NOBILAPIO OBIETTIVI GENERALI

Negli ultimi anni il biologico va occupando spazi sempre più importanti anche in settori dove le resistenze erano enormi.

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Obiettivo Generale e Finalità Risultati attesi

Negli ultimi anni il biologico va occupando spazi sempre più importanti anche in settori dove le resistenze erano enormi. In particolare, nel settore vitivinicolo sia i produttori che i consumatori temevano un effetto negativo sulla qualità del prodotto. Oggi il clima è cambiato e il biologico si va diffondendo in tutto il mondo, ma da più parti si cerca di individuare modelli più avanzati che apportino maggiori vantaggi all’ambiente e alla qualità delle produzioni agricole.

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metodo nobile in vigna

Da un decennio è nato in Campania e si è diffuso anche all’estero, il METODO NOBILE®, un modello che esalta la qualità della materia prima riducendo le tecniche di produzione più impattanti.

Con l’applicazione del Metodo, già sperimentata e sottoposta a verifica scientifica sul latte e su alcuni cereali, è possibile determinare quasi “a tavolino” il livello qualitativo di qualsiasi prodotto agricolo e zootecnico.

Nel caso del vino, oltre a vietare il diserbo e l’uso di prodotti di sintesi, il disciplinare impone la semina di prati melliferi in vigna e la presenza di apiari tra i filari.

Il progetto, attraverso due cicli di sperimentazione del Metodo Nobile® nell’azienda vitivinicola biologica di Angelo Silano, partner del Gruppo Operativo (G.O.), ha l’obiettivo di verificarne scientificamente l’effetto sulle caratteristiche dei prodotti, ovvero del miele e delle uve.

Angelo Silano Christian Mattei

La verifica avviene anche attraverso la valutazione dell’influenza di questo metodo sui lieviti delle uve, che rappresentano gli agenti responsabili della trasformazione del mosto in vino. In particolare, considerando che le api sono i vettori dei lieviti sulle uve, viene valutato l’effetto della presenza degli apiari nei vigneti e sulla distribuzione di lieviti autoctoni di interesse enologico. Detti lieviti sono fondamentali per la produzione di vini tipici con caratteristiche peculiari, correlate allo specifico terroir. La ricerca è affidata al gruppo di lavoro, guidato dalla Prof.ssa Angela Capece, dell’Università degli Studi della Basilicata – SAFE – (partner del G.O.).
La sperimentazione in campo consiste nell’impiantare un prato polifita in una vigna poco distante dal centro aziendale dove sono state collocate oltre trenta famiglie di api, seguite da Christian Mattei, apicoltore di Lapio di provata esperienza (capofila del G.O.).

Roberto Rubino Anfosc

La responsabilità tecnico-scientifica del progetto è affidata al ricercatore Roberto Rubino, già direttore del CRA di Roma e di Potenza, impegnato nell’attuazione di vari progetti centrati sul valore delle produzioni estensive e delle “Terre marginali”, dai quali nasce il modello Nobile®. Al termine del ciclo produttivo sarà possibile confrontare i risultati della normale produzione biologica dell’azienda vitivinicola con quelli ottenuti dai lotti coltivati con l’applicazione del Metodo Nobile®, attraverso l’analisi dei composti polifenolici e di una comparazione di tipo sensoriale.

IL PROGETTO NOBILAPIO

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